Eclisse di Corrado Odifreddi – S.Maria del monastero – Manta


Eclisse

Se in un pomeriggio di fine estate un viaggiatore si trovasse a passeggiare nei pressi di Santa Maria del Monastero e decidesse di entrarvi, verrebbe immerso in un’atmosfera sospesa, totalizzante, e, come nello splendido incipit del libro di Calvino, dovrebbe predisporre i suoi sensi al meglio per lasciarsi coinvolgere in una nuova esperienza.

Passo dopo passo, alzando lo sguardo, la prima cosa che lo accoglierà sarà un organismo aereo, un mobile fluttuante dall’alto della navata centrale: 540 corpi mobili fatti di pulviscolo che preludono come un sipario ad grande punto scuro, un sole nero catturato sulla carta dalla grafite di Corrado.

Quando si prenderà confidenza con il luogo e con le sue installazioni sarà allora chiaro che lo scenario sacro ed evocativo dell’architettura romanica si compenetra alla perfezione con le meccaniche che ci sono al suo interno: le linee severe ma calde e terrene, gli affreschi, Il velo dell’Addolorata, i cieli della Deposizione e il Giudizio Universale, dialogano con il lavoro di Corrado che come un’eclisse, lentamente, emerge dalla luce.
Corrado ha creato per questo posto queste eclissi, piccole e grandi, fatte con l’essenza del buio, un brulichio di segni precisi e vitali dati dal lavoro instancabile della grafite che li fa risplendere di una luce oscura.
Sistemi, sentieri, tracce, mondi, immaginarie mappe geografiche – in questo modo è stato letto il suo lavoro – che qui sviluppano un ulteriore immaginario, quello del buio, l’assenza di luce che a poco a poco rivela l’opera. Inizialmente si percepisce solo la forma, poi sempre più in profondità è possibile cogliere particelle, corpi mobili e meccaniche che a loro volta ricordano antichi strumenti ottici, utili e preziosi allo stesso tempo.
Questi lavori, in tutte le loro declinazioni per dimensioni e composizione, fanno capo al processo creativo di Corrado sempre sospeso tra arte e scienza: uno sguardo alle mappe celesti, e uno sguardo alle camere ottiche. Il coinvolgimento dei sensi è totale: lo spazio è musicale, e ben lo ha dimostrato Kubrick in coppia con Strauss: qui la colonna sonora è data delle suggestioni di Arvo Pärt, Brian Eno, Martinov e i Sigur Ros.

Eclisse dunque, di cosa non è dato saperlo, ma in quel preciso momento in cui i corpi celesti si allineano perfettamente non c’è da aver paura per i nostri occhi, Corrado ha costruito gli strumenti adatti per guardarla e l’ha catturata per noi.
«There is no dark side in the moon, really. Matter of fact it’s all dark. The only thing that makes it look light is the sun.» (Dark side of the moon, Eclipse, Pink Floyd)

Serena Fumero